Reazioni al positivismo: Freud e Nietzsche
Le reazioni al positivismo emersero verso la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, quando filosofi, scienziati e intellettuali iniziarono a criticare le idee eccessivamente razionaliste e scientifiche del movimento. Il positivismo, infatti, sosteneva che solo la conoscenza scientifica, empirica e verificabile fosse valida, trascurando aspetti come la soggettività, l’intuizione e la dimensione spirituale dell’uomo. Questa visione portò molte persone a cercare approcci più umanistici e trascendentali.
Principali reazioni a positivismo
Le principali correnti di pensiero furono l’idealismo, guidato da filosofi come Benedetto Croce e Giovanni Gentile in Italia. Questa corrente rifiutava il determinismo positivista e il materialismo. Gli idealisti enfatizzavano il ruolo dello spirito, della libertà umana e dell’esperienza interiore nella comprensione della realtà.
Il vitalismo è una corrente filosofica che attribuisce valore alla “vita” come forza primordiale e creativa, spesso intesa in opposizione alla razionalità scientifica. Uno dei principali rappresentanti è Henri Bergson.
Il pragmatismo, sviluppatosi soprattutto negli Stati Uniti, il pragmatismo, respingeva il positivismo per la sua insistenza su verità assolute e universali. William James e John Dewey proponevano che la verità non fosse un concetto fisso, ma una pratica utile alla risoluzione dei problemi.
Nello specifico qui parliamo di due dei cosiddetti “filosofi del sospetto”, termine coniato dal filosofo Paul Ricœur per indicare il contributo critico di questi autori nel mettere in discussione le certezze della cultura occidentale e la fiducia nelle idee tradizionali, promuovendo una visione “sospettosa” rispetto a concetti come la verità, la morale e la razionalità.
I filosofi del sospetto hanno trasformato il modo di concepire la cultura, la società e la natura umana, aprendo la strada a una visione critica che ha influenzato la filosofia contemporanea, le scienze sociali e l’arte. Grazie a loro, la modernità è stata segnata da una maggiore autoconsapevolezza rispetto alle motivazioni nascoste dietro credenze, istituzioni e valori.
Qui facciamo un breve cenno a Freud e Nietzsche e al loro pensiero come contributo alla pedagogia.